Close

Fit influencer, il grande inganno

Fit influencer, il grande inganno

Internet ci ha permesso di accedere alle informazioni con una facilità senza precedenti. Così anche il fitness è diventato più accessibile: quel che una volta si trovava solo sui manuali di settore, oggi si trova con una ricerca su Google o su TikTok.

Ma cosa succede quando le informazioni diventano troppe, contrastanti, sbagliate o addirittura pericolose?

I rischi sono tanti: da una semplice delusione fino ad un grave infortunio.

Il problema numero uno di chi crea contenuti legati al fitness è la formazione. La sua, sì, ma anche quella di chi lo segue.

Da una parte abbiamo gli utenti normali, persone in cerca di delucidazioni sul mondo dell’allenamento e dell’alimentazione. Due mondi su cui, però, non sono abbastanza formati per capire chi sia competente e chi sia soltanto il frutto di una bella immagine, Photoshop e siti dove i follower si possono comprare a buon mercato.

Dall’altra parte abbiamo gli influencer, persone che con i loro contenuti “influenzano” l’opinione di chi li segue. Non c’è bisogno di titoli, non c’è bisogno di qualifiche, mediamente il metro di giudizio sulla preparazione di una persona è il suo aspetto fisico e il numero dei suoi iscritti al canale Instagram.

Così la disinformazione viaggia rapidamente tra un utente e l’altro, grazie alla facile condivisione di foto e video, senza che vengano mai richieste delle basi scientifiche a riprova dei concetti.

Basta un piccolo tour nel settore per accorgersi di questo. E spesso gli influencer, per avere un fisico invidiato dai loro follower, mentono. Illudono. Chirurgia, fotoritocchi, pose studiate e addirittura, nella nicchia più orientata al bodybuilding, doping vero e proprio.

Eh già, proprio lui … il doping.

Molto spesso mi chiedono come sia possibile che quella persona possa essere così grossa, mi chiedono come possono diventarlo o come possono raggiungere quel risultato.

Spesso chi me lo chiede sono persone che non si allenano o che si allenano da veramente poco tempo. Perché chi si allena da più di 4 o 5 anni sa che per raggiungere anche un piccolo miglioramento, anche il più marginale, sono richiesti anni di duro lavoro. Soprattutto dopo quella fase di crescita iniziale che può avere un soggetto qualunque alle prime armi con l’allenamento, qualcuno si illude che ha la genetica ideale e che quindi può crescere in fretta e a dismisura. Il problema è che noi tutti abbiamo un limite fisiologico oltre il quale ci si può arrivare solo con prodotti studiati in laboratorio. I farmaci.

Ergo il problema principale è che le persone, prendendo ciecamente per vero ciò che gli viene detto dai loro blogger e youtuber preferiti, fanno scelte pericolose per se stesse.

Un altro enorme problema è l’uso e il consumo di integratori di qualunque tipo.

Alimenti in bustina “fit”, integratori per compensare tutto quello che non si assume con il ‘cibo vero’ con la pretesa che tutto ciò che è in pasticca o in polvere allora sia meglio e più efficace.

Il primo rischio è quello di assumere alimenti e integratori di dubbia provenienza, spesso con un impatto negativo sulla salute. É il caso, ad esempio dei fantomatici “tè detox” che Instagram ha dovuto quasi bandire del tutto dalla piattaforma per via degli effetti collaterali e della popolarità che questi avevano raggiunto. Pensiamo poi a quelle case di integratori che promuovono un vero e proprio stile di vita, che si vanta di avere degli ambassador estremamente famosi del mondo anche dello sport, come se questo accreditasse la loro efficacia. Aziende che, peraltro, alcune sono sotto accusa e a riguardo vi invito a leggere l’articolo scritto sul sito di ‘scienze motorie’ che appunto tratta l’argomento di una di queste, l’azienda di H.L.

Il secondo rischio è quello di farsi male copiando l’allenamento della nostra “fitness star” di riferimento. D’altronde una cosa che ho poi notato, soprattutto in quest’ultimo anno per via della pandemia, è stata la nascita di nuovi profili social di ‘fitness coach’, ‘coach online’ e chi più ne ha più ne metta. Tutti con il solo e unico obiettivo di allenare, comodamente da casa, senza muovere un dito e avere la pappa pronta e servita. Tutti alla ricerca del guadagno facile.

Poi vai a vedere chi sono questi ‘fit coach’ e vai a scoprire che (forse) uno su dieci è laureato o in possesso di qualche certificazione importante. Parliamoci chiaro, la fuori ci sono tantissime persone super competenti però c’è da sottolineare che la nostra categoria (personal trainer, preparatori ecc) in Italia non è ancora regolamentata e, purtroppo, questo ci penalizza saturando l’ambiente di incompetenza frivola.

Ma le aziende, non solo quelle trasparenti, lo sanno fin troppo bene che l’influencer bello fisicamente e con un frasario degno di un venditore di cocco sulla spiaggia sono, spesso, ragazzi senza altre entrate, i quali sono ben felici di accettare a occhi chiusi la collaborazione con un’azienda di integratori non notificati al Ministero della Salute o altri prodotti dannosi.

Se poi questi hanno anche un seguito importante, state pur sicuri che la maggior parte di loro venderà, non solo qualche integratore con un codice sconto annesso ma ti venderà vestiti, occhiali, orologi, gatti, lampioni ecc … ma chiaramente anche pacchetti online o magari direttamente i suoi allenamenti e qui si apre un altro problema: se i programmi sono ben fatti, ben ideati affinché siano comprensibili anche da signora Pina e quindi facilmente eseguibili, allora possiamo dire di non avere problemi?

Ma in realtà il problema c’è eccome. Se non siamo abbastanza allenati per seguire quell’allenamento, magari non siamo padroni di certi movimenti, magari le nostre condizioni mediche pregresse non ci mettono in condizione di fare un determinato esercizio e, ancora peggio, qualcuno di questi prescrive addirittura diete => in Italia è un azione assolutamente illegale senza la dovuta formazione accademica <= dietro il pagamento di pochi euro, capiamo bene che tutto questo è un castello di carte costruito sul fango.

Personalmente in questi ultimi anni penso di aver visto veramente di tutto. Ok, diciamo che accettiamo la presenza di vendere i nostri programmi di allenamento, incuranti della condizione fisica e degli obiettivi di chi li acquista. La cosa che però mi ha lasciato più basito è che abbiamo dei presunti “personal trainer online” che erogano il loro servizio direttamente nella chat dei social network, non solo mancando di tutte le qualifiche necessarie, ma mancando di ogni pudore etico nel erogare tale servizio (chiaramente a pagamento) tramite un social, per la pigrizia di mandare un’email con un file in PDF!

Per non parlare poi del rischio psicologico.

Seguendo i consigli sbagliati, le persone non raggiungono quel fisico idealizzato e intangibile dei loro influencer preferiti. Perché ancora una volta c’è qualcosa che chiaramente loro non ammetteranno mai, ovvero che buona parte di questi super inflencer fa uso di sostanze illecite.

Il doping ragazzi miei è il male forse peggiore che affligge i social. Perché loro chiaramente non te lo dicono, e quindi noi ci convinciamo che il problema sia la nostra genetica, il nostro metabolismo, o che ci siano altre motivazioni fuori dal nostro controllo che ci spingono ad auto rifiutarci come persone fisicamente inadatte, non solo allontanandoci dal percorso sano del fitness ma facendoci sentire inferiori.

L’ignoranza, purtroppo, paga bene. Specialmente in quel mondo ancora poco regolamentato che sono i social network, dove la libertà di parola alle volte diventa libertà di fingersi un esperto.

Il web ha fatto bene al mondo, anche a quello del fitness, sotto tanti aspetti. Ma quando si ha a che fare con persone che non sostengono i loro contenuti con le dovute fonti scientifiche è meglio allontanarsi: i danni della disinformazione, purtroppo, possono essere davvero grandi.